Le 40 Regole di Scrittura di Umberto Eco: tra ironia e maestria

 


La scrittura è un’arte che richiede tecnica, creatività e disciplina.
Nessuno meglio di Umberto Eco, scrittore, semiologo e autore di capolavori come Il nome della rosa, ha saputo coniugare profondità intellettuale e stile raffinato. Eppure, quando si è trattato di dare consigli ai giovani scrittori, Eco ha scelto un approccio ironicamente provocatorio: le sue 40 regole di scrittura non sono semplici dogmi, ma giochi di stile che sfidano il lettore a riflettere sulla lingua e sulla narrazione.
Infrangono volutamente la regola che enunciano, creando un effetto comico e dimostrativo nel contempo.
Umberto Eco non credeva nella scrittura “automatica”: ogni parola, ogni costruzione sintattica deve essere pensata con attenzione. La scrittura è un mestiere, e come tale richiede pratica e studio. Le sue regole ci fanno capire che ogni scelta stilistica ha un effetto sul lettore, e che l’ironia può essere un potente strumento educativo.
Dunque, il miglior consiglio che Eco ci lascia è riflettere su ciò che scriviamo, senza adagiarci su frasi fatte o soluzioni banali.

Vediamo come queste regole, a metà tra il serio e il faceto, possono migliorare la nostra scrittura:
 

  - Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.

  - Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.

  - Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.

  - Esprimiti siccome ti nutri.

  - Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc...

  - Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.

  - Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.

  - Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.

  - Non generalizzare mai.

  - Le parole straniere non fanno affatto bon ton.

  - Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu”.

  - I paragoni sono come le frasi fatte.

  - Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo.

  - Solo gli stronzi usano parole volgari.

  - Sii sempre più o meno specifico.

  - L’iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.

  - Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.

  - Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.

  - Metti, le virgole, al posto giusto.

  - Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.

  - Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale.

  - Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.

  - C’è davvero bisogno di domande retoriche?

 

Queste regole sono un mix di consigli pratici e provocazioni stilistiche, pensate per affinare la scrittura con un pizzico di umorismo.
E tu quale regola segui fedelmente? Quale, invece, infrangi senza paura
Srivimelo qui nei commenti!

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